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LA STORIA DI Q

La Storia di Q

Laboratorio di arte visiva e movimento creativo

Età 3-8 anni, ideale anche per progetti di continuità Infanzia-Primaria.

Produzione Formati Sensibili 2018

Il laboratorio LA STORIA DI Q prende liberamente spunto dal testo pubblicato per la prima volta nel 1884, Flatland. Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Abbott, un romanzo fantastico-fantascientifico che narra la vita in un mondo formato da solo due  dimensioni - come un enorme foglio di carta - abitato da migliaia di figure geometriche (quadrati, triangoli, paralleli, cerchi) che parlano e si comportano come uomini. Questo mondo bidimensionale viene raccontato da un suo abitante, Quadrato, che narra della vita dentro Flatlandia, e nel laboratorio diviene il personaggio mediatore Q.
Partendo da questo testo per adulti, opportunamente raccontato dagli operatori con un linguaggio adatto all’infanzia e facilitandone la comprensione attraverso la manipolazione di forme di carta, i bambini imparano così a immaginare e conoscere le abitudini degli strani abitanti di Flatlandia: come si muovono, come si riconoscono, come si relazionano fra loro… Nel corso degli incontri i bambini assistono poi all’emozionante sogno di Q, nel quale - attraverso il dialogo con una Sfera - il quadrato conosce la sconvolgente realtà dello spazio tridimensionale e le possibilità di movimento che gli oggetti hanno all’interno del mondo di Spacelandia.
Attraverso l’utilizzo e la manipolazione di materiali bidimensionali (carta) e tridimensionali (oggetti di uso quotidiano), la musica e il movimento creativo, i bambini giocano e imparano intorno ai concetti di: pieno e vuoto, linea-confine-limite, spazio e direzioni, dentro e fuori, forme geometriche e la loro combinazione (Tangram), spazio personale e lo spazio generale, parti del corpo e la relazione fra esse, bidimensionalità e tridimensionalità, volumi, livelli e azioni di movimento.

Flatlandia è un universo fantastico, minuscolo e perfetto e, come tale, resta innanzitutto un esercizio inesauribile dell’immaginazione dove i bambini non faticano ad entrare e a riconoscersi. 

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